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Dervis (il comunista felice)

Capitava, nelle riunioni del partito, di dover fare dei ragionamenti o sviluppare qualche concetto.
In quei momenti Dervis si tirava in disparte.
Emme-esse sempre accesa, occhi bassi (leggermente acquosi) fissi sul foglio rigorosamente vuoto, come la testa del suo proprietario.
L'intelligenza non era il suo forte.

Dervis invece si esaltava quando c'era da sgobbare; lì calava giù forte:

  1. 15 gg. di ferie per tirare su il festival dell'Unità (con eventuale guzzatina a qualche militante dello stand gastronomico);
  2. vendita militante del giornale tutte le domeniche mattina;
  3. volantinaggi, picchettaggi e attacchinaggi misti in qualsiasi condizione atmosferica;
  4. campagne elettorali (fortunatamente in Italia ce n'è almeno una all'anno).


Più si faceva il culo per il partito, più era felice.

Tutto il contrario di Muratori Ivan.